Ancora dalla Satira IV il canto per Monte Iaco:
“[…] non mi si pon da la memoria torre le vigne e i solchi del fecondo Iaco, la valle e il colle e la ben posta torre”
(vv. 124-126).
La località è situata tra il castello di Albinea e la vecchia chiesa di Puianello.
Al tempo dell’Ariosto il paesaggio era segnato da terre “vinate” e
“oleate”, queste ultime condotte ad uliveto.
Qui si fermava nel periodo estivo il poeta, in un podere dei cugini
Malaguzzi, che viene così descritto in un rogito notarile del 1583:
“[…]
un’altra possessione con casa civile, colombaia et altri edifizi, posta
in quello di Albinea in luogo detto Montejatico di biolche 111, tav. 21
et ultra ecc. […]”.
Una
fonte della prima metà del secolo scorso testimonia che, a circa 160 m
a settentrione dell’antico palazzo, in posizione più avanzata e
prospiciente la valle, esistono tuttora le fondazioni di una torre di
forma quadrata. Costituite di grossi muri, furono scoperte arando in
profondità, ma poi nuovamente interrate poiché a sufficientemente in
profondità da non intralciare i lavori agricoli. Si trattava
probabilmente di una torre colombaia o di un belvedere, che sorgeva
isolata a settentrione della villa, al limite del giardino a parco o al
frutteto che circondavano la villa stessa.
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