La Cassaria è una commedia di Ludovico Ariosto, rappresentata per la prima volta il 5 marzo 1508 alla corte di Ferrara. Inizialmente scritta in prosa, fu successivamente messa in versi dallo stesso Ariosto tra il 1528 e il 1529.
Deve il nome alla cassa che si trova al centro dell'intrigo. L'azione si svolge nella città greca di Metellino ed è alimentata soprattutto dalle trovate dei due servi astuti, Volpino e Fulcio.
Nella storia del teatro italiano, La Cassaria è il primo tentativo di cimentarsi col genere classico della commedia. L'eredità del modello latino, specialmente di Terenzio, è ancora sin troppo evidente: a dispetto dei rimandi alla realtà contemporanea e della moltiplicazione delle peripezie, i tipi psicologici restano gli stessi: giovani innamorati, servi furbi, vecchi avidi, schiavi e mezzani.
L'ambientazione è nella città greca di Metellino dove due giovani, Erofilo e Caridoro, sono innamorati di altrettante fanciulle, Eulalia e Corisca, schiave del ruffiano Lucrano. Seguendo i consigli del servo Volpino, Erofilo tenta di riscattare Eulalia dando in pegno a Lucrano una cassa di ori filati del padre Crisobolo, ma il ritorno imprevisto del genitore complica tutto: Volpino tenta di far passare per ladro Lucrano, ma la cassa viene recuperata e Volpino viene sbugiardato e imprigionato. Fulcio, servo di Caridoro, riesce a spillare denaro a Crisobolo con un inganno, potendo, così, riscattare le due fanciulle e ottenere la libertà di Volpino.
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