La città di Reggio Emilia fu sempre cara all’Ariosto, che più volte la
ricordò nelle sue opere.
Ma è soprattutto nella Satira IV che Reggio diventa luogo della memoria
e del sentimento, anche attraverso il ricordo del Mauriziano: “Il tuo Maurician sempre vagheggio,
la bella stanza, il Rodano vicino,
da le Naiade amato ombroso seggio,
il lucido vivaio, onde il giardino
si cinge intorno, il fresco rio che corre
rigando l’erbe, ove poi fa il molino…"
(vv. 118-123)
I
particolari descrittivi utilizzati dal poeta creano un paesaggio
concreto, reale, molto presente agli occhi e al cuore di chi scrive,
invitante alla serenità e alla pace. Alcuni documenti dell’archivio
della famiglia Malaguzzi, conservati nell’Archivio di Stato di Reggio
Emilia, ricordano proprio il mulino azionato dalle acque del torrente
Rodano e la peschiera.
Il
territorio che circonda il Mauriziano risulta dunque ricco di elementi
naturali, del cui antico assetto rimangono ancora i segni. Assetto
incentrato in particolare intorno al Rodano e al rio Ariolo, che
fiancheggia il Mauriziano verso levante ed è alimentato da una sorgente
perenne che viene a giorno nei pressi di Gavasseto (circa 4 km a
nord-est). L’Ariolo è quindi un’asta di deflusso di uno dei numerosi
fontanili del territorio reggiano di un tempo. Gli apporti inquinanti
hanno seriamente alterato la qualità delle acque, che sino a qualche
decennio fa ospitavano una ricca fauna ittica.
Per
questo elevato interesse naturalistico, il fontanile dell’Ariolo è
stato oggetto di un’importante iniziativa di tutela promossa dal Lions
Club “L. Ariosto” di Albinea (RE).
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