Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia
Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia
Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia
Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia sei in: home > [PERCORSO TEMATICO] > I luoghi dell'opera > La luna
Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia
Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia
Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia
Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia
Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia
Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio EmiliaViaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia
Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia
Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia
Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia
Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia
Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia

Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia
Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia
G. Dorè: Astolfo sulla Luna Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia
Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia
Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia
Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia
Nelle mani di Astolfo finiscono i più importanti oggetti magici del poema, compreso l’ippogrifo. Il paladino gode anche della protezione di S. Giovanni Evangelista e quindi riesce a scendere all’inferno, ad inoltrarsi nel paradiso terrestre e raggiunge infine la Luna, dove ritrova la ragione perduta di Orlando.

“Tutta la sfera varcano del fuoco,
ed indi vanno al regno de la luna.
Veggon per la più parte esser quel loco
come un acciar che non ha macchia alcuna;
e lo trovano uguale, o minor poco
di ciò ch'in questo globo si raguna,
in questo ultimo globo de la terra,
mettendo il mar che la circonda e serra.
Quivi ebbe Astolfo doppia meraviglia:
che quel paese appresso era sì grande,
il quale a un picciol tondo rassimiglia
a noi che lo miriam da queste bande;
e ch'aguzzar conviengli ambe le ciglia,
s'indi la terra e 'l mar ch'intorno spande,
discerner vuol; che non avendo luce,
l'imagin lor poco alta si conduce.
Altri fiumi, altri laghi, altre campagne
sono là su, che non son qui tra noi;
altri piani, altre valli, altre montagne,
c'han le cittadi, hanno i castelli suoi,
con case de le quai mai le più magne
non vide il paladin prima né poi:
e vi sono ample e solitarie selve,
ove le ninfe ognor cacciano belve”.
(C. XXXIV, 70-72)

Nella Luna l’insieme di sogni, desideri, speranze di cui è fatta la nostra vita sembra svanire. Tutte le cose vane che gli uomini perseguono nella ricerca della felicità sono accumulate lassù e rivelano la loro essenza labile e inconsistente. Il cervello, quello che più spesso l’uomo smarrisce, è raccolto in un monte di ampolle, ciascuna con nome e cognome.
La Luna, dunque, attraverso gli occhi di Astolfo, è presentata come un mondo diverso, ma del tutto paragonabile a quello terreno (“Altri fiumi, altri laghi, altre campagne […] altri piani, altre valli, altre montagne…”). La Luna si rivela del tutto speculare e complementare alla Terra: ciò che si perde sulla Terra si raduna nel vallone lunare, che diventa l’immagine in negativo della vita umana, il luogo dove si deposita ciò che l’uomo smarrisce, consuma, spreca per opera del destino, del tempo e della propria follia.

Ariosto sembra dirci che tutto ciò che è oggetto del desiderio, che induce gli uomini ad affrontare imprese, si riduce a mucchi di rifiuti ammassati nel vallone della Luna, come testimonianza dell’inutilità e della dispersione. Il viaggio di Astolfo fa sì che le vicende di Orlando divengano simbolo della vita umana, sottomessa ai desideri e alle passioni. Solo della follia c’è mancanza sulla Luna e abbondanza invece sulla Terra, e per questo la Luna è al contrario colma del senno perduto dagli uomini, senza nemmeno che essi ne siano consapevoli o si spingano agli estremi di pazzia di Orlando. Ariosto elenca varie forme di follia, soffermandosi sulla mancanza di ragione dei poeti, pazzi tutti perché raccontano il fantastico e il meraviglioso:

“Altri in amar lo perde, altri in onori,
altri in cercar, scorrendo il mar, ricchezze;
altri ne le speranze de’ signori,
altri dietro alle magiche sciocchezze;
altri in gemme, altri in opre di pittori,
et altri in altro che più d’altro aprezze.
Di sofisti e d’astrologi raccolto,
e di poeti ancor ve n’era molto”.

E anche Astolfo scopre di essere privo di parte del suo senno, conservato in una piccola ampolla proprio lì sulla Luna. Ariosto glielo fa recuperare, ma con ironia precisa che di lì a poco per un “errore” lo perderà di nuovo.

testi: Aurelia Fresta e Fabrizio Anceschi

>torna in alto

Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia
Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia
Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia
Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia Viaggio intorno a Ludovico Ariosto e alla sua Reggio Emilia