La piazza - vastissima, alberata e contornata da bei palazzi rinascimentali - si formò quando, nell’ampliamento della città voluto da Ercole I e conosciuto come Addizione Erculea, si previde che un’ampia area fosse lasciata a verde: la piazza di Terra Nuova.
Ad onorare la memoria di colui che, raddoppiandone la superficie, aveva fatto di Ferrara il primo centro urbanistico moderno d’Europa, si pensò di innalzargli nella piazza una statua equestre, poggiante su due colonne di marmo. Una di queste, però, si ruppe, arrivando in città sul finire del secolo XV. Di conseguenza il progetto rimase sulla carta, finché nel 1675 la colonna superstite, fino ad allora rimasta distesa al suolo, fu innalzata per sostenere l’effige bronzea di papa Alessandro VII.
Gli echi della rivoluzione francese e più ancora l’arrivo in Italia di Napoleone mutarono presto gli scenari: la statua del papa fu sostituita in un primo momento da quella della libertà, poi da una rappresentativa del generale corso. La sistemazione definitiva si ebbe nel 1833, quando in occasione delle celebrazioni ariostesche la colonna trovò il suo ultimo padrone, Ariosto appunto, nelle fattezze che gli diedero gli scultori Francesco e Mansueto Vidoni.
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